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Italia-Germania 4-3

La partita del secolo



Il 19 giugno 1970 resterà una data indimenticabile nella storia del calcio: allo stadio Azteca di Città del Messico veniva giocata una partita che per intensità, qualità, emozioni e capovolgimenti può essere considerata la "madre di tutte le partite"!
Pensateci bene: cosa vorreste vedere in una partita di calcio? Gol? Capovolgimenti di fronte? Giocatori che corrono e lottano gettando il cuore oltre l'ostacolo?Bene, Italia-Germania rappresenta tutto questo e anche di più.
Siamo ai mondiali messicani del 1970, il Brasile parte col favore dei pronostici, l'Italia non ha brillato nel girone di qualificazione (due pareggi a reti inviolate con Israele e Uruguay e una vittoria di misura sulla Svezia) e dopo essersi sbarazzata agevolmente dei padroni di casa nei quarti (4-1), si trova di fronte i lanciatissimi tedeschi. La Germania viene, infatti, da 4 brillanti vittorie ( contro Marocco, Bulgaria, Perù ed Inghilterra) e viene pronosticata vincente sugli azzurri.
Intanto in Italia l'opinione pubblica si divide: è la staffetta tra Rivera e Mazzola l'argomento caldo. C'è chi vorrebbe l'abatino subito in campo, mentre un'altra parte dell'opinione pubblica è schierata con Mazzola e la sua maggiore esperienza.
In semifinale il Ct (Valcareggi) ripropone in attacco Mazzola e la scelta sembra dargli ragione: la squadra parte subito con un atteggiamento aggressivo e non sembra risentire del dualismo fra i due giocatori di punta della nostra squadra.
Dopo 8 minuti letteralmente scatenati da parte dei nostri, arriva il gol: è Boninsegna a sbloccare il risultato.
La partita va avanti con continui rovesci di fronte, con gli italiani che cercano il gol della sicurezza ed i tedeschi a rincorrere il pareggio.
Mancano pochi secondi alla fine della partita, gli italiani sono ormai convinti di avere la finale in pugno: ma come una doccia fredda arriva il pareggio tedesco. Schnellinger segna una rete che per galvanizza la Germania e gela gli azzurri.
E' qui che la partita lascia i binari del semplice spettacolo sportivo per percorrere quelli della leggenda.
E' il sesto minuto del primo tempo supplementare quando, grazie ad un malinteso della nostra difesa, Muller trova la via del gol: siamo sotto 2-1 e gli azzurri in campo appaiono distrutti.
Ma c'è un calciatore italiano che non ha nessuna intenzione di gettare la spugna: è Rivera, che tre minuti dopo la rete di Muller, batte una punizione verso Riva. Il terzino tedesco entra male e sbaglia il tempo dell'intervento, spalancando la via del gol a Burgnich: è il 2-2.
E sempre Rivera da il "la" all'azione del terzo gol italiano: lancio a Domenghini, cross di quest'ultimo per Riva, tiro e rete: 3-2 nel giro di pochi minuti gli azzurri sono passati dall'inferno al paradiso.
Ma questa straordinaria partita aveva ancora emozioni da regalare all'estasiato pubblico messicano e ai milioni di spettatori televisivi.
Beckenbauer gioca con un braccio fasciato lungo il corpo, stringe i denti e guida in avanti i suoi: i tedeschi prendono esempio dal loro capitano e impiegano le energie residue in un rabbioso attacco alla porta azzurra.
Al 5' del secondo tempo supplementare Muller riporta ancora in parità la partita: 3-3 e i messicani sugli spalti sono conquistati dalle due squadre, dai 22 in campo che lottano ancora su ogni pallone anche se sono passati più di 110 minuti di gioco!
La Germania attacca, crede nel risultato, ma in contropiede l'Italia completa la sua partita capolavoro: Boninsegna parte in progressione e salta Schultz, palla a Rivera che, smarcato dal passaggio si trova faccia a faccia con Maier (portiere tedesco), finta di corpo e palla depositata in rete di piatto: Italia-Germania 4-3!!
Dicevamo del pubblico: se capitate in Messico, fate un salto allo stadio di Città del Messico e potrete osservare la grande lapide di marmo che i messicani fecero deporre a immortale memoria degli eroi dell'Azteca.
Eroi, si, perchè i giocatori delle due nazionali diedero vita quella sera di giugno ad uno spettacolo divino, conquistando il cuore di milioni di appassionati nel mondo.
E anche se gli italiani vinsero la gara, l'onore va equamente diviso con i loro avversari, che diedero sul campo prova di coraggio e orgoglio pari a quella degli azzurri.
L'avventura mondiale degli azzurri finì malamente in finale contro il Brasile di Pelè.......... ma questa è un'altra storia!

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