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Gaetano Scirea

Un difensore


Quando si parla di fuoriclasse, il più delle volte ci si riferisce ai grandi goleador, quelli che "fanno la differenza"; non si deve dimenticare, però, il detto: le partite si vincono in difesa.

Gaetano Scirea con la maglia della Juventus.

Tra i difensori che hanno fatto la storia del calcio, Gaetano Scirea è stato uno dei più bravi e titolati, probabilmente il più grande libero di tutti i tempi.
Nasce il 25 maggio del 1953 a Cernusco su Naviglio, provincia di Milano. Il suo esordio in serie A è datato 24 settembre 1972, con la maglia dell'Atalanta. Nella squadra bergamasca milita per due stagioni di fila, fino al 1974, prima di passare alla Juventus, con la quale vince praticamente tutto; nonostante ciò non gli è stato mai concesso il pallone d'oro, trofeo tabù per i difensori.
Con l'Atalanta gioca 58 partite, 20 in serie A e 38 in serie B, segnando un gol; gioca prima come marcatore, poi passa al ruolo che tanto lo ha visto protagonista: il libero. Nel 1975, vince il suo primo scudetto con la maglia bianconera: ne vincerà sette in 11 anni. Nello stesso anno, c'è l'esordio in nazionale: è il 30 dicembre, si gioca Italia-Grecia, finita 3 a 2 per gli azzurri. Con la rappresentativa azzurra colleziona ben 78 presenze, segnando 2 gol, partecipa a tre mondiali (78/82/86), vincendone uno.
Scirea è abile ed elegante, il suo stile perfetto lo distingue dai ruvidi difensori degli anni Sessanta-Settanta. Nel 1977, c'è l'accoppiata campionato-Coppa UEFA.
Nella massima serie italiana, gioca nella stagione 76/77 ben 30 partite, segnando 1 gol; sono invece 12 le partite giocate in Europa. Anche qui mette a segno un gol. Nella doppia finale di coppa, la Juve se la vede con l'Atletico Bilbao; 1 a 0 a Torino per i bianconeri, 2 a 1 a Bilbao, per gli spagnoli, ma la Juve si aggiudica la coppa per la migliore differenza reti. Altro scudetto nel 1978, che precede la partenza per l'Argentina; ai mondiali, Scirea è molto contestato dalla stampa milanese e l'Italia si classifica quarta.
Nel 1979, vince la coppa Italia, sempre con la Juventus piglia-tutto di quegli anni. Con Gentile, Cabrini, Furino e Brio, forma uno dei blocchi difensivi più imponenti ed efficaci che la storia ricordi. Nel 1981, arriva il quarto scudetto della sua carriera; è nel pieno della maturità calcistica ed il mondiale è alle porte.
Il 1982 è forse l'anno più glorioso per il grande libero. Ecco il quinto scudetto, ma è il Mondiale che gli fa acquistare, di diritto, un posto nel tempio dei Fuoriclasse. In Spagna l'Italia non parte bene, ma diventa grande partita dopo partita e Scirea è uno dei protaginisti; in finale, è la Germania Ovest a cadere sotto i colpi degli azzurri, 3 a 1: Campioni del mondo - Campioni del mondo - Campioni del mondo, gridava Nando Martellini alla TV.
Il 1983 è un anno poco felice, non solo per il mancato scudetto (va alla Roma), ma per la brutta batosta ad Atene in finale di Coppa Campioni: l'Amburgo passa per 1 a 0.

Gaetano Scirea mostra felice la Coppa del Mondo

Scirea deve accontentarsi di un successo in Coppa Italia, magra consolazione, anche per un campione come lui che ha dato lezioni di umiltà.
Nel 1984, la Juventus torna sul tetto d'Italia e d'Europa, sesto scudetto per Scirea e doppia vittoria in Europa, Coppa Coppe, a Basilea, 2 a 0 al FC. Porto e vittoria della Supercoppa europea.
Nel 1985, lo scudetto non arriva, ma ben altre soddisfazioni sono raggiunte. A Bruxelles, la Juventus passa per 1 a 0 con gol di Platini; il Liverpool è battuto, ma questa finale sarà per sempre nella memoria di tutti per la sciagura dell'Heysel. Nello stesso anno, a Tokyo, la compagine bianconera si aggiudica la Coppa Intercontinentale, battendo ai rigori l'Argentinos Juniors.
Nel 1986, c'è la conquista dell'ultimo scudetto per Gaetano Scirea, il settimo da quando milita alla Juve. In nazionale la sua ultima partita la gioca il 17 giugno del 1986, mentre con la Junventus gioca fino al 1988, prima di ritirarsi, dopo aver disputato ben 552 incontri, tra campionato e coppe, con i bianconeri, segnando 32 gol. La longevità calcistica di Scirea ha ostacolato a lungo le ambizioni azzurre di un altro grande libero del calcio italiano e mondiale, Franco Baresi; questo fatto la dice lunga sulla bravura del bianconero. Scirea è stato come Beckenbauer un rivoluzionario del ruolo di difensore. Il suo è un ruolo moderno, il libero che si muove in avanti senza palla e che aiuta il centrocampo nelle manovre offensive. Tra i suoi primati, ce n'è uno che ci fa capire meglio la grandezza del giocatore: NON E' MAI STATO ESPULSO.
Finita la carriera da calciatore, ne comincia subito un'altra, a fianco di Dino Zoff, come secondo allenatore alla Juventus; purtroppo per questo grande campione, in campo e fuori, il destino è stato crudele.
Il 3 settembre del 1989, a Babsc, in Polonia, muore tragicamente in un incidente stradale: si trovava lì come osservatore per conto della Juventus. Gaetano Scirea, va comunque ricordato lì, sul campo, a comandare la difesa, come un generale con il proprio esercito.

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